Postato su 2015-11-01 In Progetti, Schoenstatt in uscita

Ci sono stati più di 25 mila persone nei pellegrinaggi del quartieri

ARGENTINA, Paraná, APF Digitale e redazione di Schoenstatt.org •

Sabato alle 18.14 arrivano i primi peregrini al Santuario della Loma, nel sud della città, nel quartiere Paracao, nel punto finale della 33 edizione del Pellegrinaggio dei quartieri iniziata il venerdì alle ore 17 da Hasenkamp.

Arrivano esausti, alcuni piangendo, reggendosi da bastoni o dalla spalla de altre persone, altri cantando e alzando le bracia. Era la chiusura di una grandissima manifestazione di fede a cui sono partecipate più di 25.000 persone – nella maggioranza giovani – una camminata da 90 km che è durata più di 25 ore, come successe nel 1983 quando nacque il pellegrinaggio Hasenkamp con Paraná.

Il responsabile del dipartimento di polizia di Paranà, Mario Leiva, disse che al inizio sono partite fra 8.000 e 10.000 peregrini, pero lungo la camminata si sono unite molte altre persone dal diversi quartieri: El Pingo, La Picada, Sauce Montrull, e anche quelli che sono arrivati specialmente da diversi luoghi della provincia.

Gli organizzatori hanno segnalato che superavano le 25.000 persone nel tragitto finale, al ingresso della città, dalla fermata precedente in Sauce Montrull.

Stando al paso dei nostri tempi, la chiesa ha trasmesso tutto in diretta e senza interruzioni attraverso la radio della curia, FM Corazón; si è parlato anche nelle reti sociali, principalmente in hFacebook (alla fine c’è stato molto poco), e quest’anno, inoltre, si aggiunse un drone che ha fotografato dal alto la partenza dei peregrini.

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Pregavano, cantavano…

Pregavano, cantavano, si facevano selfie, si appostavano lungo la strada e chiedevano perdono per i loro peccati: una mezza dozzina di sacerdoti confessavano i pellegrini.

Un sacerdote che era tra i servitori, commenta:

“io ho vissuto in molti modi diversi questo pellegrinaggio fra i quartieri: ho camminato, ho animato dal mobile centrale, ho confessato…però sempre in mezzo alla manifestazione. Questi due anni sono stati differenti. I servitori della parrocchie rimangono ai margini di quello che succede nel tragitto della strada. La maggioranza di noi ha già partecipato in queste manifestazioni, quindi sappiamo esattamente cosa succede in ogni momento e con la nostra immaginazione facciamo compagnia. Ma non ci siamo gustati niente di tutto ciò. Quando siamo arrivati o partiti, abbiamo lavorato per un po. Quando arriva il pellegrino se lo accoglie e si rispetta la sua stanchezza. E la maggior parte del nostro tempo consiste in chiacchierare aspettando l’arrivo dei pellegrini. Stare attenti agli altri come Gesù ha detto di se stesso nel Vangelo della domenica:

“Il figlio del uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita per salvare la moltitudine” (Mc 10,45).

E’ un altro modo di pellegrinare. E mi piace tanto come le esperienze precedenti. Alla fine, come abbiamo detto tanto tempo fa, il pellegrinaggio è la Chiesa che cammina come Corpo di Cristo: per quello andiamo tutti insieme… qualcuno camminando… qualcuno servendo… tutti partecipando.”

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“Cosa vogliamo lasciare per il futuro?”

Puntualmente alle 19 ebbe inizio la messa nel Santuario mariano di La Loma, presieduta dal Vescovo di Paraná, Juan Alberto Puiggari, che ha fatto un breve sermone, concreto, diretto, di profonda riflessione per i pellegrini. Parlò del lemma che ha avuto quest’anno con il Pellegrinaggio dei Quartieri: “Madre: aiutaci a prenderci cura del mondo creato”, e chiese ai cattolici di “ascoltare con molta attenzione questo chiamato della Chiesa – per bocca dal Papa Francesco – ed evitare la distruzione del pianeta”.

“Cosa vogliamo lasciare per il futuro?”, chiese Puiggari. E disse, anche se il fatto di prendersi cura dell’ambiente è un tema di cui si occupano gli estati e governi, anche ogni uno di noi può fare la sua parte. “Tutti noi possiamo collaborare come istrumento di Dio per prendersi cura del creato”, disse in un sermone.

In questo ordine delle idee, invitò a analizzare un “cambio d’atteggiamento” e stesse quel pensiero alla vita sociale. “Dobbiamo lavorare per la coltura del incontro e della amicizia sociale fra gli argentini”, propone Puiggari, e da subito ne parlai delle prossime votazione della domenica 25. “Che la prossima elezione non ci divida più, che ci faccia prendere il compromesso in lavorare per un bicentenario di una Argentina riconciliata”, propose.

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Moltitudine

Il pellegrinaggio dei quartieri compì il 17 ottobre la sua edizione numero 33. Cominciai nel 1983, motivata da due giovani hasenkampenses del Movimento Apostolico di Schoenstatt come un tributo alla Madonna. Allora furono Jorge Quiroz e Amelio Rodríguez, il secondo anno si sono aggiunte altre persone e così, anno dopo anno, parteciparono altri pellegrini, fino a massificarsi.

Ora ha una propria struttura e un esercito di collaboratori che fa che l’organizzazione possa svilupparsi ancora e senza intoppi. Solo negli anni 2004 e 2006 si sospese per mal tempo, e nel 2012 si posticipai per la stessa ragione.

Quest’anno, con clima propizio, la partecipazione è stata grandissima, secondo il racconto di Héctor Aquino che è nella attività dal 1984. “Comunque abbiamo dovuto passare la notte molto fredda. E’ stata dura la sera. Ma le persone l’hanno affrontata con molto coraggio”, ammesse.

Ma tutto passa, e “quello più difficile si presenta nel ultimo tragitto, quando arrivi stanco, ferito, ma anche con la ansietà e la voglia d’arrivare. Si supera il dolore, la stanchezza, il caldo, e si arriva con euforia”, raccontai.

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L’istoria di Mariano e Catalina

Era la prima volta che Mariano partecipai al pellegrinaggio dei quartieri. Non è andato da solo. Va in compagnia di suo figlia, Catalina, da 10 anni. Sapevano che quel pellegrinaggio comportava un gran sforzo fisico, quindi si sono preparati bene. Ogni mattina Mariano e Catalina uscivano a fare delle lunghe camminate dal centro città fino circa l’Autodromo, in Sauce Montrull.

Prima lo facevano a piede, poi, quando erano già in forma, aggiunsero un carrellino molto particolare: un carrello di supermercato preparato apposta per portare dentro Catalina.

La routine si completava con sessioni fissi di bicicletta. Così pensavano di essere sufficientemente pronti.

Mariano pellegrinai e portai sua figlia, e avendo la certezza che sua figlia non poteva sopportare la camminata di 90 Km, preparai il carrello con dei suoi amici fabbri che lo hanno aiutato in questo compito. Era un carrello di supermercato adatto per che una bambina di 10 anni potessi dormire dentro, includendo una tettoia.

“Volevo farlo con la mia bambini che ha 10 anni, ma sapevo che non poteva resistere 90 km. Ha superato la prima tappa di 20 km, più o meno, nella seconda tappa, altre 10 km. Quando arrivai l’alba, ci siamo alternati, un po’ camminai, un po la portai nel carrello” ricorda.

Racconta Mariano che ha sempre voluto partecipare al pellegrinaggio, ma che per il suo lavora, la sua famiglia, i vari compromessi, non aveva mai potuto farlo. Non è da una intensa vita di chiesa: si ha battezzato a 27 anni. “Ora che ho vissuto tutto questo sono rimasto incantato. E’ più di quello che mi aspettavo. Le persone sono state molto solidarie con noi che non siamo andati con nessun gruppo parrocchiale” ricordò secondo la pubblicazione EL DIARIO.

 

Video: Arcivescovado di Paraná

Fonte: APFDigitale, EntreRiosAhora.com e arcivescovado di Paraná.

Come non è stato possibile raccogliere testimonianze da parte del Movimento di Schoenstatt diParaná, scriviamo questo articolo con il materiale offerto dai giornali digitali e il arcivescovado di Paraná. Grazie per comunicare.
Originale: spagnolo. Traduzione: Gisela Ciola, Trento, Italia

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