Postato su 2013-02-06 In Schoenstatt in uscita

“Potere portare la Parola con i tuoi figli, è qualcosa realmente magnifica”

ARGENTINA, Guillermo Elcano. Alejandro e Maricé insieme con i loro figli Maria e Gabriel, ci raccontano l’esperienza di andare in missione in famiglia. Come si è riportato su Il Giornale ed altri mezzi di comunicazione, dallo scorso sabato 26 a questo venerdì 1°, varie famiglie dei rioni vicini alla cappella di San Pedro sono state visitate dalle Missioni Familiari del Movimento di Schoenstatt. Ha destato l’attenzione di gran parte della comunità la particolarità di come si svolgeva la missione, cioè in famiglia con i propri figli e con i figli di altre coppie. Un totale di 88 missionari hanno compiuto una grande opera in Coronel Pringles annunciando in famiglia la Parola di Dio, ascoltando il fratello necessitato, riunendosi con bambini e giovani, tenendo conferenze per le coppie e celebrando Messe presiedute da P. Javier Arteag, Direttore Nazionale del Movimento di Schoenstatt, che ha accompagnato tutta la missione insieme a due seminaristi.

Ci siano entusiasmati anche noi andando in missione

El Diario ha conversato con una di queste famiglie missionarie, composta da Alessandro Maria Minvielle, sua moglie Maricé e i suoi due figli più piccoli Maria di 15 anni e Gabriele di 14. La famiglia è più numerosa poiché “abbiamo altri tre figli adulti di 29, 28 e 24 anni, che non sono venuti a Pringles, perché hanno partecipato a missioni anteriori”, ci ha raccontato Maricé. Ed è stato per questi tre figli più grandi, che “ci hanno contagiato il loro entusiasmo, le loro profonde esperienze vissute, che abbiamo deciso andare anche noi in missione”. Questa è la quarta missione, cui partecipano questi genitori di missione.

Le Missioni Familiari si stanno organizzando da 15 anni e questa data ha coinciso a Coronel Pringles, dove si è celebrata la festa martedì scorso. Maricé ci ha raccontato che altre due coppie fondatrici delle Missioni Familiari hanno fatto parte con i loro figli, di questa missione nella città.

Una forma di vivere la fede

Per questa mamma missionaria “andare in missione in famiglia è qualcosa meraviglioso per le esperienze che si ricevono” e per “potere portare la Parola con i propri figli. Realmente magnifico”, ha detto con fermezza.

Alejandro ha aggiunto che “è difficile trasmettere quest’esperienza. È una forma di vivere la fede in una maniera molto completa. Il fatto di potere condividere la fede con i nostri figli e potere trasmetterla in maniera familiare, è nuovo per la gente, perché siamo abituati a vedere giovani, che vanno in missione, o gruppi di adulti o religiosi. Ma il fatto che suoni il campanello di una casa un ragazzo di 15 anni con i genitori è qualcosa di meraviglioso”, ha commentato orgoglioso.

Come una gran famiglia

Alejandro ci ha spiegato che “per essere genitori di missioni veniamo con i nostri figli biologici e al contempo ci hanno assegnato previamente, più quantità di figli. In questa missione siamo 7 coppie e circa 70 ragazzi che sono distribuiti tra i genitori di missione”. Così si forma la famiglia di vita.

Ma la missione non è solo esternamente, per il rione o la comunità “perché noi andiamo in missione interiormente ed esteriormente”, manifestava Maricé, chiarendo che ”nella missione interiore (quella della vita) si tratta molto dei vincoli tra noi; e poi abbiamo un’altra famiglia, che chiamiamo di missione, con la quale andiamo in missione!. Alejandro ha aggiunto che “in generale con noi non ci sono i nostri figli biologici, perché generalmente i nostri figli biologici vanno in missione con altri genitori di missione” E questo avviene affinché “tutti si uniscano con tutti” ha aggregato Maricé, “come una gran famiglia e si vive come una gran famiglia”.

Una comunità molto forte

Quando molte famiglie o giovani sono in vacanze godendo della spiaggia o della piscina, queste famiglie si dedicano al prossimo. Domandiamo a Maria se tutto questo periodo fa parte di quei giorni di vacanze, ha risposto dicendo che “sì, in conclusione siamo noi che scegliamo tutto questo, e potremmo dire di no, ma è chiaramente qualcosa che aiuta anche noi e ci fa bene. E nonostante durante l’anno siamo in famiglia, in questo momento diventa più forte il vincolo della famiglia, perciò siamo qui e scegliamo farlo”. Maria ha pronunciato parole forti che molti dovremmo ricordare sempre: “Siamo in vacanza, ma nemmeno possiamo dimenticare quello che facciamo tutto l’anno, nemmeno possiamo fare vacanze da Dio”. E ha terminato dicendo che “è una forma di ricordarsi di Dio e di potere seguirlo più pienamente”.

Una comunità molto forte

Alejandro e Maricé hanno approfittato di questa conversazione per far notare: “l’apertura di P. Ernesto, che l’ha dimostrata fin dal primo momento, da quando è sorta la possibilità di venire. Ci ha sorpreso la dinamica che ha la parrocchia per convocare molte famiglie, giovani, anziani e con molta gioia. La Messa d’invio apostolico è stata realmente una festa. A volte si pensa che la Messa e tutta l’attività cattolica sia noiosa, molto protocollare, per poca gente, ma qui ci troviamo come in casa, perché in generale noi siamo molto chiassosi” Anche hanno commentato che: “ci sorprende la generosità della gente di Pringles, del popolo, come ci ricevono nelle loro case, nella comunità parrocchiale. Come si organizzano per darci da mangiare, per occuparsi di noi. In questa missione, tutte le famiglie sono potute uscire a percorrere le case. Ci hanno prestato materassi, quando eravamo abituati a dormire nei sacchi a pelo. Questa è stata una missione di lusso. Ha sorpreso tutti la buona volontà della gente e la generosità della gente. Padre Ernesto ha una comunità molto forte”, hanno assicurato.

La fede condivisa in famiglia

Coloro che hanno condiviso incontri, conferenze o sono stati visitati nelle loro case dai missionari hanno coinciso nell’umiltà di ciascuno di loro, nel modo di fare cortese, di come ascoltavano attenti, delle loro parole tenere, sincere, nell’unità della famiglia. E che nonostante i problemi comuni a tutti e a tutte le famiglie, è possibile vivere in famiglia, per la famiglia mediante la fede condivisa in famiglia.

Nota pubblicata sul Il Giornale di Pringles nella sua edizione del 1° febbraio 2013

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Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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