Postato su 2017-07-10 In Vivere l’Alleanza

“Questioni di Gender” – tra femminismo e femminilità.

ITALIA, Chiara Lombardi •

Finalmente un tiepido raggio di sole estivo fa capolino tra gli alberi nel grande giardino del Santuario di Schoenstatt in Roma. Siamo al 17 giugno ed il caldo è già alle porte. Il torpore che abbandoniamo dopo il lungo inverno, però, non è solo fisico. Si risvegliano anche le coscienze, seppellite da lavori e studi universitari estenuanti. Per questo motivo molte ragazze, in questo caldo pomeriggio estivo, sono pronte ad ascoltare la dott.ssa Marta Rodríguez, consacrata del Regnum Christi, Direttrice dell’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum  e responsabile della sezione Donna del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, invitata dalla Gioventù femminile di Schoenstatt come relatrice al convegno “Questioni di Gender”. L’occasione è grande: potersi confrontare, sorriso alla mano, su argomenti tanto ostici quanto dibattuti: Gender, femminismo e femminilità ed essere guidati in questo mare magnum di informazioni diverse attraverso strade perlopiù sconosciute.

Donna, Uomo, Gender, identità sessuale, libertà

La dott.ssa Rodríguez, con cipiglio sicuro e con fare sereno ed accomodante, fin da subito si è resa disponibile ad un interessante confronto. Inizialmente è stato difficile dare forma ai concetti di Donna, Uomo, Gender, identità sessuale, libertà. Molte di noi riconoscevano in quelle parole argomenti tabù: troppo intuitivi per essere individuati, troppo relativi per essere descritti, troppo personali per essere confidati. Ma è bastata un po’ di buona volontà per rompere il ghiaccio ed il convegno è iniziato da sé, nella curiosità generale. Mani alzate e tantissime domande.

Marta ci ha condotte in un mondo sconosciuto, ricco di ideologie ed esempi di vita storici, alcune volte fin troppo rivoluzionarie, spiegandoci differenze e somiglianze, raccontandoci la vera storia dietro i più grandi movimenti femministi del ‘900 e le vite di alcune delle donne più in gamba del secolo scorso.

Alle domande, “cos’è la femminilità, cosa rispondereste? Cosa ti definisce come donna, l’aspetto o la percezione del corpo da parte nostra e degli altri? Cosa ti rende quello che sei o senti di essere?” Siamo riuscite a dare un volto ad alcune delle parole più usate (ed abusate) degli ultimi anni, rendendoci conto del potere dei “termini”: sapere il loro effettivo significato ci rende liberi da ogni ideologia e ci consente di dare la nostra interpretazione sulla base di quello che il nostro cuore cattolico sussurra.

Ad esempio, come coniugare la presenza di un genere “indeterminato”, con l’essere uomo o donna creati ad immagine e somiglianza di Dio? Difficile dare una risposta puntuale a questa domanda, ma è proprio su questi ed altri punti che la discussione è diventata ancor più interessante. Tante le mani alzate, tante le opinioni delle ragazze sedute ad ascoltare.

Anche se poi, alla fine di ogni possibile discussione, una cosa è apparsa come certa: il corpo ci guida. La dott.ssa Rodríguez ci ha fornito alcuni spunti di riflessione che ci hanno portato effettivamente a realizzare come Dio ci fornisca la possibilità di capire che ciò che ci è stato donato alla nascita ci rende unici e ci indirizza verso l’uomo o la donna che saremo (e vorremmo essere). La pari dignità di ogni classificazione si scontra necessariamente con quella che è la nostra natura primigenia, il nostro involucro sacro.

Al termine dell’incontro gli sguardi di quasi tutte noi si erano trasformati, è stato un momento appassionato, nelle quali ci siamo sentite in prima linea. Non saprei in realtà dire chiaramente a quale conclusione siamo giunte, perché il bello del nostro dibattere non è stato il definire cosa fosse giusto e cosa sbagliato, ma solo il Conoscere. Si, Conoscere con la maiuscola. Questi dibattiti infatti avvicinano la mente al cuore e ci riportano a ciò che è veramente importante: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

“Avvocata nostra”

Ma tutto questo non poteva concludersi senza un ringraziamento a colei che “Avvocata nostra” gentilmente ogni giorno ci sussurra di essere le donne e gli uomini del nostro secolo con sguardo e cuore rivolti a Dio. Ci siamo quindi con felicità separate per qualche minuto, per riflettere nella nostra intimità su quanto detto poco prima e poi ci siamo recate al nostro adorato Santuario, dove (con la complicità di Virginia ed Alessia) abbiamo assaporato un momento di condivisione: la Mater, una brocca piena d’acqua ed alcuni sassi come capitale di grazia. Figurativamente ogni sasso era un nostro impegno, un nostro ringraziamento per la Mater. Nel mio caso, è stato un impegno: far si che le occasioni di conoscenza ed approfondimento di ciò che abbiamo intorno possano essere spunto futuro per nuove ragazze e per lo stesso movimento di Schoenstatt. Smuovere le coscienze, nelle mani di Dio, fa muovere il mondo.

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