Postato su 2015-10-04 In secondo seculo, Vivere l’Alleanza

Tre domande … su Schoenstatt nel Secondo Secolo dell’Alleanza d’Amore (27)

Siamo Pilar de Beas e José A. Alvaredo, una coppia di coniugi del primo Corso Federazione-Famiglie di Spagna. Entrambi veniamo dalla Gioventù del Movimento di Schoenstatt. Siamo sposati da 33 anni, abbiamo sei figli e siamo fondatori e presidenti dell’Associazione Eduvida (www.eduvida.es) dove teniamo: da più 33 anni Corsi di preparazione al matrimonio, da 15 anni Corsi di pianificazione familiare (come monitori del metodo sintotermico) e da 10 anni Corsi di formazione affettiva sessuale. Apparteniamo a Schoenstatt da più di quarant’anni, Pilar è stata da giovane dirigente del Ramo Femminile, noi stessi eravamo vice-dirigenti della Lega-Famiglie, facevamo parte del primo Corso dei Membri-Lega e fondatori della Federazione-Famiglie in Spagna. Attualmente formiamo gruppi di coppie di coniugi nella Lega-Famiglie

Sono già sei mesi che ci siamo incamminati nel secondo secolo di Alleanza d’Amore … : Come sogna questo Schoenstatt nel suo essere, nella sua localizzazione in Chiesa e mondo e nel suo operare?

Crediamo che il Giubileo del Centenario sia stato molto importante per noi tutti, per esser potuti andare in pellegrinaggio al Luogo d’Origine, che ha dato a molti l’occasione di conoscere Schoenstatt internazionalmente e di approfondire la conoscenza di Padre Kentenich e della sua opera.

Per noi, che siamo potuti andare solo a Roma, è stato importante specialmente l’incontro con il Papa e con tutto ciò che ci ha detto. Ha significato maggior presa di coscienza sul fatto che Schoenstatt deve stare a servizio della Chiesa. Dobbiamo uscire verso il mondo e smettere di guardarci l’”ombelico”. Ciascuno di noi dovrebbe dare uno guardo nel profondo del proprio cuore per capire “dove e come” Dio lo vuole. La nostra risposta deve essere quella di portare Cristo in tutti gli ambiti possibili, ma soprattutto dove la vita familiare quotidiana è più difficile.

Cosa dobbiamo lasciarci alle spalle o evitare, affinché questo sogno diventi realtà?

Dobbiamo evitare di rinchiuderci nei nostri piccoli mondi. Il nostro “grande peccato” è quello di starsene comodamente nei propri gruppi e rami, di concentrarsi in modo sbagliato su Schoenstatt come unico obiettivo, senza pensare che il nostro lavoro deve essere fatto “partendo da Schoenstatt per la Chiesa”

Crediamo che Schoenstatt debba essere aperto, affinché vi entrino persone di tutti gli strati sociali e culturali. Ci sembra altrettanto importante mandare avanti l’ideale della famiglia, perché abbiamo l’impressione che a Schoenstatt ogni ramo sia separato da tutto il resto. Parliamo in teoria di “spirito di famiglia”, quando non ci conosciamo per niente né relazioniamo tra noi. Dobbiamo lavorare insieme in opere apostoliche che ci uniscano e dove constatiamo di poter fare veramente grandi opere d’apostolato, partendo da una stessa idea. Non dimentichiamo che il compito principale di Schoenstatt è “Andiamo nel mondo con Maria e alla mano del nostro fondatore”.

Cosa dobbiamo lasciarci alle spalle o evitare, affinché questo sogno diventi realtà?

  • Più apostolato e uscir fuori per andare nelle strade di Madrid, nella politica, nella Chiesa.
  • Fare qualche incontro con il vescovo, mettersi di più a servizio della Chiesa.
  • Offrire diversi generi d’apostolato in cui possano esserci persone di altri rami.
Originale: Spagnolo. Traduzione: Maria D. Congiu, Roma, Italia

 

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