Postato su 2016-11-29 In Dilexit ecclesiam

Celebrazione della chiusura dell’anno della misericordia presso la chiesa del Burundi

BURUNDI, Révérien BANZIRIYUBUSA •

“Rendiamo grazie per quest’anno della Divina Misericordia, aiutandoci l’un l’altro a divenire misericordiosi come il Padre celeste”. E’ questo il tema principale, intorno al quale milioni di fedeli, insieme a tutti i vescovi del Burundi e al Nunzio apostolico, hanno celebrato ufficialmente la chiusura dell’anno giulibare della misericordia e la festa del Cristo Re, domenica 20 novembre 2016, presso il Monte Sion Gikungu.

Il Santuario mariano Monte Sion Gikungu era decorato come mai prima. Sulla porta d’ingresso di vedeva, sotto l’arco di trionfo dove spicca la frase di accoglienza rivolta ai pellegrini, uno striscione che riportava il tema del giorno. Il cortile accoglieva solo qualche veicolo di personaggi di spicco. Striscioni, bandiere, fiori e ghirlande intorno all’altare rendevano la chiesa un vero palazzo del Re dei re. Un camion della protezione civile era sul luogo per garantire eventuali soccorsi. Sopra alla chiesa della Trinità si vedevano tre tendoni per accogliere i fedeli, che le hanno rapidamente riempite.

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Un pellegrinaggio unico

Da molto presto, intorno alle 8 di mattina, alcuni fedeli iniziavano già ad arrivare. Venivano da differenti luoghi del paese. Il numero di pellegrini cresceva sempre più. C’era chi arrivava con la famiglia, altri in gruppi, altri ancora cantavano canti di grazie. Tra coloro che arrivavano figuravano i delegati di differenti diocesi, ciascuna ne aveva inviati una ventina. È in questo atmosfera di gioia che i pellegrini sono stati accolti, con canti di animazione ben scelti.

Alle 9 si sono recitate le Lodi. I fedeli, che occupavavano già le strade, non hanno potuto nascondere lo spirito di riconoscenza al Dio della Misericordia. Il centro della Chiesa era contornato da religiosi provenienti da diverse congregazioni venute in massa per questa festa. Si capirà, attraverso le loro preghiere, che quest’anno ha lasciato molti frutti nella vita dei fedeli.

Il commento del Monsignor Désiré NIBIZI era prima di tutto un’esortazione a rendere grazia a Dio per la sua infinita misericordia. “Ringraziando – ha fatto notare – siamo misericordiosi a nostra volta”. Alternando insegnamenti e invocazioni alla Vergine Maria, Monsignor Désiré ha ripetuto molte volte il versetto: misericordiosi come il Padre (Lc 6,36). Proprio per la sua volontà di vedere realizzate e perpetuate le opere di misericordia, imitando secondo lui, Dio Padre che ci ha amati infinitamente inviandoci Suo Figlio. Durante tutti questi riti, i fedeli continuavano a vivere il Sacramento della Riconciliazione. C’erano almeno 13 confessori, al livello della facciata ovest della Chiesa della Santa Trinità.

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Celebrazione Eucaristica

Alle 10 in punto è cominciata la Santa Messa. Una processione dalla sacrestia ha aperto la celebrazione. Si potevano vedere, tra gli altri, 10 bandiere di paesi differenti, tamburi appartementi al Movimento Chiro, il coro del grande seminario Santo Curato d’Ars di Bujumbrura ed inoltre 105 sacerdoti, un diacono, 10 vescovi, tra cui il Nunzio Apostolico del Burundi. Seguendo il ritmo del canto d’ingresso, la processione ha avanzato verso la Chiesa, contornata da più di 15mila fedeli in ovazione. Per animare la liturgia sono stati previsti due cori: il coro Saint Martin del Santuario mariano Monte Sion e il coro del Grande Seminario di Bujumbura. Tra l’assemblea erano presenti anche personalità di spicco: il Presidente dell’Assemblea Nazionale, il Vice Presidente del Senato, il Vescovo della diocesi anglicana di Bujumbura, dei rappresentanti della Chiesa ortodossa del Burundi…

All’inizio della celebrazione, dopo il segno della croce e i saluti, il coro dell’ITABU Saint Benoit di Bugwana della diocesi Muyinga ha intonato il canto della Misericordia. Dopodiché Padre Yves Irakoze ha dato il benvenuto ai vescovi e a tutti coloro che erano venuti in occasione della celebrazione, a nome dei Padri di Schoenstatt. “Ringrazio la Conferenza dei vescovi per aver scelto il Santuario mariano di Gikungu come luogo di celebrazione di questa festa così importante per tutta la Chiesa del Burundi. Siate i benvenuti qui al Santuario della Regina, Madre di Cristo, Re dell’universo” ha aggiunto.

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Discorso del Nunzio: Anno della misericordia, occasione di crescita interiore sotto differenti aspetti.

Il Nunzio Apostolico del Burundi, Mons. Sauski Vocheri ha salutato tutti i partecipanti alla Santa Messa ed anche coloro che la seguivano a distanza (malati, carcerati …), via Radio Maria Burundi e la Radio Televisione Nazionale del Burundi. Tra i ringraziamenti rivolta alla CECAB (Conferenza die Vescovi Cattolici del Burundi) della quale ha riconosciuto la solidarietà con il Vescovo di Roma, ha ringraziato particolarmente i Padri di Schoenstatt per l’accoglienza e l’apostolato al quale si dedicano all’interno della Chiesa.

“È passato un anno da quando ho preso parte – ha detto – all’apertura di questo Giubileo presso il Santuario Mariano di Mugera. Oggi sono felice di essere tra voi anche per la chiusura come rappresentante del Papa. La nostra Chiesa e ciascuno di noi ha ricevuto nel corso di quest’anno  numerose grazie, è per questo e con questo spirito che oggi siamo qui, per rendere grazie. È stato un anno che ci ha aiutato a crescere interiormente e a volgere il nostro sguardo a Gesù misericordioso, per divenire misericordiosi come Dio Padre. L’anno che stiamo chiudendo è stata un’occasione di praticare, più che mai, le opere di misericordia. L’occasione ci è stata offerta dal rinnovamento interiore che scaturisce dal sacramento della riconciliazione. In qualità di pellegrini sulla terra, siamo sempre bisognosi di misericordia e dobbiamo praticare a nostra volta opere di misericordia corporale e spirituale.“

Per concludere, Mons. Sauski Vocheri ha augurato a tutti che il Cristo Re li guidi, che vegli su di loro e che li aiuti a vivere la misericordia durante tutta la vita e che la sua luce di amore senza fine conceda loro pace.

Dopo questo discorso, Mons. Evariste NGOYAGOYE, Arcivescovo di Bujumbura ha raggiunto l’altare per celebrare l’Eucarestia. Ha invitato tutti a riconoscere e confessare le proprie debolezze. Il Kyrie è stato successivamente recitato da una religiosa, un politico, una famiglia (marito, moglie e figlio), ed ognuno ha domandato perdono per le proprie debolezze.

Omelia: il Cristo ha manifestato la sua regalità sulla Croce, questo non vi stupisce?

L’omelia dell’Arcivescovo di Bujumbura si è focalizzata sulla festa del Cristo Re e sui testi del giorno (2S 5,1-3; Col 1, 12-20, Cl 23, 35-43).  Dopo aver salutato tutti i fedeli ha ricordato che i vescovi del Burundi si univano al Papa Francesco nel momento in cui stava chiudendo la porta della misericordia presso la Basilica di San Pietro a Roma. La stessa porta era stata chiusa domenica 13 novembre 2016 in molte chiese nel mondo, compreso il Santuario di Schooenstatt Monte Sion Gikungo.

“Oggi dobbiamo rendere grazie – ha fatto sapere – abbiamo ricevuto sicuramente tante grazie. L’eco che ci arriva dalle parrocchie è rassicurante. Alcuni potrebbero dire “è adesso che iniziamo a capire e voi chiudete la porta!”. “La Misericordia di Dio non si chiuse mai! Continuerà sotto un’altra forma” ha rassicurato.

“La Festa del Cristo Re chiude l’anno liturgico. Con la prossima domenica, il 27 novembre 2016, cominceremo il periodo dell’Avvento. In questo periodo, la Chiesa di ricorda dove andiamo. Finiremo nella tomba o c’è un altro destino? Certo che c’è. Seguiamo le scritture!” ha esportato Mons. Ngoyagoye.

Si è complimentato con i membri dei differenti Movimenti di azione cattolica, che conservano Cristo come loro Re e lo servono con fervore. Ha particolarmente incoraggiato i membri del Movimento Chiro che non hanno altro capo che il Cristo – Re dell’Universo. Ha esortato tutti loro ad andare avanti e a portare frutti.

L’Arcivescovo NGOYAGOYE ha concluso la sua omelia ringraziando tutti coloro che hanno partecipato alla festa, soprattutto tutti i religiosi che sono venuti in massa. Un ringraziamento particolare per i Padri di Schoenstatt, per la loro accoglienza e il loro apostolato. Ha concluso promettendo che continueremo a sperimentare la misericordia di Dio attraverso altre forme, tra cui l’accoglienza della croce, che è segno e simbolo della misericordia divina.

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Fonte: Mont Sión Gikungu

Originale: francese. Traduzione: Irene Turchetti, Roma, Italia

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